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La psicologia vista da un fisico e la caducità dell'effetto Concorde
Felice Accame

La psicologia vista da un fisico e la caducità dell'effetto Concorde
Felice Accame

 

 

Nel 1962 e 1963, pochi anni prima di ricevere il premio Nobel, il fisico Richard Feynman tenne alcune lezioni presso il California Institute of Technology. Da queste sono ricavati i Sei pezzi facili pubblicati oggi da Adelphi.

Sul concetto di "scienza", Feynman ha una sua opinione. Se la verifica della validità di un'asserzione non è costituita da un esperimento, significa che l'asserzione non è scientifica (pag. 22 e pag. 83). "Se una cosa non è una scienza", beninteso, "non necessariamente è un male". Più in là non va - e ciò stride non poco con quanto affermato nella nota editoriale a proposito delle sue "paginette che valgono intere biblioteche di testi epistemologici".

Questa sicurezza su cosa sia e cosa non sia una scienza, tuttavia, risulta particolarmente dirompente allorché l'autore dedica il suo pensiero alla psicologia. Innanzitutto la ratifica come scienza. E subito dopo precisa che la "psicoanalisi non è una scienza", ma tutt'al più un processo "simile alla stregoneria". Quindi passa al rendiconto: in aree come quelle che riguardano la "fisiologia dei sensi" ci sono stati "progressi piccoli ma reali"; il "problema centrale della mente o, se vogliamo, del sistema nervoso" è come cambiano le cellule del suo cervello quando "un animale impara qualcosa" - ma in questi casi "non sappiamo cosa cercare, o dove guardare" -, perché il cervello "probabilmente non si può analizzare in modo diretto". Infine, dopo aver svolto un'argomentazione più o meno critica sull'analogia tra "pensiero e calcolatori", dice che, per arrivare a qualche risultato degno di questo nome, "bisogna partire da molto più indietro" - e fa l'esempio di come sarebbe bello capire "come funziona" un cane.

Tutto lì. La psicologia, per Feynman, è tutta lì. Il resto è da buttare e lui l'ha buttato. Mi chiedo se quarant'anni dopo avrebbe mutato opinione e perché tutta la sua autorità sia servita così poco. Su quel niente - su questo niente - psicologi e psicoanalisti ci hanno comunque sguazzato.

 

Come ci sguazza tuttora Piattelli Palmarini. Dopo aver respirato di sollievo per la salvezza epistemologica del "libero arbitrio" (cfr. Ranci, Nota su Piattelli Palmaribi e la spiegazione della violenza, in Wp, 120, luglio 2000), e dopo aver constatato che ne è caduto uno, scienza psicologica alla mano, "dimostra" che il Concorde ("l'aereo supersonico dal lungo naso", come quello di Pinocchio, dunque bugiardo) altro non poteva fare che cadere.

Fatto è che al mondo, come ha già detto Dawkins, si verifica "la perniciosa tendenza a persistere in un'impresa, guardando non ai suoi vantaggi futuri, ma piuttosto agli sforzi già investiti in essa nel passato". Si tratta proprio dell' "effetto Concorde" che investirebbe di sé una porzione non irrilevante del vivente.

Per esempio, le vespe scavatrici. Accade che depositino le proprie uova, e nutrimento per le "future larve", in solchi vicinissimi o, addirittura, "quasi nello stesso solco", con la conseguenza di lotte furibonde tra le due femmine interessate. Per lo scorno dei "darwinisti più ortodossi", alla fine dello scontro, né vince "quella che ha depositato nel nido più uova dell'altra, né la più robusta, né la più grande delle due", "quasi sempre", invece, vince "quella che ha più lavorato allo scavo e che ha depositato nel nido più cibo per la prole".

O, per esempio, il lettore di Piattelli Palmarini che torna a casa dopo una faticosa giornata di lavoro. Sulla strada, che fa ? Ovviamente, si ferma ad affittare una videocassetta, quella di un film recentissimo che sia lui che sua moglie desiderano "abbastanza vedere". Trattandosi di un film recentissimo, la paga cara: diecimila lire per una sera. Arriva a casa tutto contento, ma l'amata mogliettina gliene ha combinata una. Ha affittato anche lei una videocassetta - non dello stesso film (che le è sfuggito di mente) ma di un altro, uno più vecchio, che il marito "spasima" di vedere. Costo dell'affitto, quattromila lire a sera. La giornata è stata faticosa - lo ricordo -, perché così viene escluso che, nella stessa sera, si possano vedere entrambi i film. E ora arriva l'effetto Concorde. Cosa sceglie di guardare "la maggioranza di noi" ? Secondo Piattelli Palmarini e gli psicologi che rappresenta in Terra, la maggioranza di noi sceglie il film da diecimila lire, quello che costa di più, cedendo così alla "perniciosa tendenza" di "guardare" più agli sforzi fatti nel passato che ai vantaggi futuri. E qui, perché la "tendenza" sia "perniciosa", lo saprà Dio perché. Io no.

I protagonisti sono tre: i poveretti che sono caduti con il Concorde, l'ape scavatrice e la coppia di videoamatori. Ai primi, è vero, l'effetto Concorde ha fatto male - un male che né a loro né a chi voleva loro bene sarà lenito dagli articoli di Piattelli Palmarini -, ma l'ape scavatrice, anche se era meno robusta, ha vinto e la tanto deprecata coppia di videoamatori ha semplicemente fatto i suoi conti: decidendo di guardare la cassetta da diecimila lire ne ha speso quattordici, ma se il secondo film lo trattiene per un giorno in più, i film li vede tutti e due e ne spende diciotto (10+4+4). Se avesse deciso di vedere la cassetta scelta dalla moglie e avessero deciso di trattenere per un giorno in più quella presa dal marito ne avrebbero speso ventiquattro (4+10+10). Dove sta, allora, la loro cecità nei confronti del futuro ? Qualcuno potrebbe dirmi che riduco il concetto di "vantaggio" al lato economico. Bene, ma qual è, allora, il marito che non troverebbe vantaggioso vedere per primo il film scelto dalla moglie ?

 

 

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